RIQUALIFICAZIONE, VALORIZZAZIONE E RIUSO DELL'AREA DI VIA VINCIPROVA, SALERNO


2008
 

Ruggero Lenci (capogruppo)

Valeria Cametti, Simona Sansovini, GIuseppe Sarno

Giancarlo Lenci (consulente energetico)
 
 



















Relazione

Introduzione
L’area interessata dall’intervento era in passato utilizzata in parte da un cementificio poi delocalizzato fuori città, in parte da un mercato ortofrutticolo ed in seguito adoperata per destinazioni a parcheggio, a terminal bus e a verde - nonostante l’attuale stato di degrado riveste una notevole importanza per la sua posizione strategica nella città di Salerno, in prossimità della cittadella giudiziaria, della costa tirrenica e della stazione farroviaria centrale, da essa separata da due barriere costituite dal fascio dei binari della dorsale tirrenica nord-sud e dal fiume Irno.
La proposta progettuale che si presenta mira al soddisfacimento di tutte le esigenze presenti in questa parte di città. In particolare: riammagliare il tessuto urbano oggi scomposto, razionalizzare l’uso delle aree incrementando la presenza e la qualità dei servizi pubblici e privati, superare i limiti territoriali e visivi della linea ferroviaria e del fiume Irno, valorizzare con la realizzazione di parcheggi la funzione di scambio intermodale dell’area, realizzare sistemazioni esterne ispirate all’ottenimento di un elevato grado di decoro urbano. Quanto sopra nel rispetto degli standard urbanistici riferibili all’immediato contesto.
La concretizzazione dell’idea progettuale si attua attraverso la messa in essere di tre cantieri ben circoscritti e distinti: il primo funzionale alla realizzazione di un edificio multiuso pubblico-privato ubicato sull’area delimitata dalle vie Vinciprova, Lungoirno e Luigi Conforti; il secondo funzionale alla realizzazione di un’autorimessa interrata con parcheggi pubblici a rotazione a più livelli e del terminal degli autobus, ubicato tra via Vinciprova e il fascio dei binari ferroviari; il terzo finalizzato a dar vita ad un parco urbano attrezzato “Parco dei Pini” e ad una passerella pedonale sul fiume Irno.
Tutte le funzioni previste tengono conto, senza modificarle, delle opere stradali e di pavimentazione già realizzate, nonché del tunnel passante sotto i binari ferroviari in corso di realizzazione.
 

Intenti compositivi dell’edificio polifunzionale
L’intento compositivo dell’edificio polifunzionale è quello di concepire un unico organismo edilizio che dal vertice, ubicato all’estremo nord dell’area, si articola su direttrici angolate e ortogonali e, perdendo gradatamente altezza, termina in un volume verticale nel quale è inserita la cappella.
Il tema progettuale concepito per il vertice nord di questo organismo edilizio propone di dar luogo a una relazione dialogica e morfologicamente interattiva tra il nuovo edificio polifunzionale e il pregevole palazzo esistente su via Luigi Conforti che termina con una vetrata curvilinea alta sette livelli. A tal fine viene proposta una soluzione d’angolo pensata per generare uno spazio urbano significativo, oltre e ancor prima che un’opera di architettura: una nuova “prua” affilata che si confronta e dialoga con l’esistente “prua” curvilinea. Da questo dialogo “maschile-femminile”  la città rafforza e completa i propri valori urbani.
Linguaggio architettonico
Da un punto di vista linguistico l’intervento dell’edificio polifunzionale recepisce la presenza della vicina cittadella giudiziaria progettata da David Chipperfield, optando per l’inserimento nell’area di un tema che, se morfologicamente autonomo e nuovo, risulta al contempo in continuità con quello posto in essere dall’architetto inglese. Quanto sopra ha luogo in alternativa all’inserimento di un ulteriore e arbitrario valore semantico in un contesto urbano già notevolmente ricco di molteplici segni architettonici, alcuni dei quali anche di un certo pregio. Ciò senza però precludere il progetto dall’avvalersi di forti slanci creativi che si concentrano in alcuni punti focali nei quali vengono espresse significative accentuazioni linguistiche e aggiornamenti lessicali di temi esistenti. Tale scelta, che è stata oggetto di lunghe riflessioni in sede progettuale, garantisce alle nuove quantità edilizie di essere inserite nel delicato tessuto urbano in modo adeguato e compatibile con l’ambiente, generando un’architettura priva di eccessi linguistici che risulterebbero nocivi per l’elevata entropia urbana presente nell’area. Quanto sopra coerentemente con gli indirizzi progettuali di concorso che richiedono lo studio di ipotesi ispirate al massimo equilibrio. Se le citate accentuazioni linguistiche sono costituite dalla “prua” dalla quale l’edificio ha inizio e dalla cappella turrita con la quale esso termina, l’aggiornamento lessicale rispetto alla vicina architettura di  Chipperfield è costituito dallo sfalsamento delle finestre sui vari piani, producendo il loro posizionamento in modo non allineato verticalmente. Ciò pone la nuova architettura in sintonia con la cittadella giudiziaria e, al tempo stesso, con quella della zona da riammagliare.
Individuazione e programmazione degli interventi funzionali
I nuovi interventi consistono in:
• edificio polifunzionale sulle vie Vinciprova, Lungo Irno e Luigi Conforti;
• autorimessa interrata e terminal bus tra via Vinciprova e i binari ferroviari;
• area a verde “Parco dei Pini” su via Lungo Irno, con annessa passerella pedonale.
Tali interventi sono stati concepiti come sistemi autonomi per poter essere realizzati e monitorati per stralci funzionali secondo i criteri di cantierabilità e di fattibilità economica di seguito descritti.
Edificio polifunzionale (33.200 mc, escluse scale e ascensori, per 9.224 mq lordi fuori terra)
La progettazione di tale edificio è finalizzata a realizzare la ricucitura dei blocchi urbani esistenti producendo un più stabile e ordinato assetto urbano nel quartiere. A tal fine la nuova opera genera un fronte che si snoda nell’area in modo da creare una quinta tesa a riconfigurare una corretta forma urbis. Dal suo inizio a nord, dove raggiunge un’altezza di 7 livelli fuori terra e una conformazione a “prua di nave” con un angolo planimetrico di 54°, l’edificio polifunzionale perde gradatamente quattro livelli fino a mantenerne, sul fronte di via Vinciprova, solo tre. Se il fronte su via Lungo Irno è caratterizzato da una massa volumetrica maggiore, scavata da un porticato a tre livelli che sottolinea la posizione dell’ingresso alle funzioni terziarie e direzionali, quello su via Vinciprova assume un impatto volumetrico molto più controllato, risultando aperto e poroso verso l’area pubblica su via Luigi Conforti che è dotata di piazza artistica a verde ed è raggiungibile da un portico di ordine gigante.
 

L’interpretazione progettuale del bando di concorso considera infatti questo intero isolato urbano come un continuum architettonico-spaziale in cui insistono destinazioni d’uso diversificate: attività e servizi privati, anche relazionati con la cittadella giudiziaria sono ubicati nel volume alto a nord-ovest, servizi pubblici in quello basso a sud-est. In quest’ultima parte del complesso sono inseriti una biblioteca-libreria-mediateca, una sala convegni per 234 posti con annessi spazi di supporto costituiti da uffici e servizi igienici distribuiti su tre livelli, una cappella per circa 40 fedeli (che può far uso dei servizi del centro congressi).
L’edificio polifunzionale consta di 33.200 mc (escluse scale e ascensori) per 9.224 mq totali, così suddivisi: 5.510 mq di superfici lorde da destinarsi a terziario (uffici direzionali e altro), 901 mq di superfici lorde da destinarsi ad attività commerciali, 1.894 mq di superfici lorde da destinarsi a libreria-biblioteca-mediateca, 835 mq di superfici lorde da destinarsi a centro convegni, 85 mq di superfici lorde da destinarsi a cappella per funzioni religiose.
Il piano interrato di questo lotto è destinato in parte ad archivi-deposito uffici, in parte ad autorimessa interrata per 19 posti auto di pertinenza degli uffici e 107 posti auto pubblici a pagamento.
Autorimessa interrata “Vinciprova” (475 posti auto e 58 posti moto)
L’autorimessa interrata per 475 posti auto oltre a 58 posti per le moto che si propone lungo via Vinciprova è volta a potenziare la funzione di scambio intermodale e di sosta per la stazione, la metropolitana e la vicina cittadella giudiziaria. Essa tende pertanto a recuperare gli standard urbanistici attualmente mancanti fornendo una funzione vitale per la città.
La sua forma allungata nell’area delimitata da via Vinciprova e dalla ferrovia nonché la quota altimetrica del fascio dei binari, più elevata di circa sei metri rispetto a quella stradale, ne suggeriscono il trattamento della copertura come un’area a verde che dalla quota del ferro digrada verso quella della strada: una collinetta artificiale con curve di livello segmentate all’interno della quale è contenuta la funzione per il parcamento delle auto. Tale collinetta viene incisa sia da pozzi di aerazione necessari all’autorimessa sia da fasce di pannelli fotovoltaici orientati verso sud, ambedue integrati nell’architettura.
L’autorimessa termina verso sud-est con una rampa e nella superficie a marciapiede è previsto l’inserimento del mercatino etnico esistente nella zona.

Terminal degli autobus
Nell’area d’angolo tra via Vinciprova e la nuova galleria passante sotto i binari ferroviari è previsto il Terminal degli autobus. Tale area risulta particolarmente strategica per posizione in quanto consente l’accesso e l’uscita degli automezzi senza che si rendano necessari attraversamenti di corsia. Il terminal, dotato di regolari piazzole di attesa per i passeggeri, di servizi igienici e di un punto di ristoro, può ospitare un minimo di cinque autobus. Esso è coperto da pensiline che, come fasce in lamiera segmentate, si protendono in modo morfologicamente coerente al sistema del verde che copre l’autorimessa.

Aree a verde su via Lungo Irno, passerella pedonale, pavimentazioni e opere artistiche
L’area a verde su via Lungoirno, denominata “Parco dei Pini”, è caratterizzata dal fiume e dalla passerella pedonale che lo attraversa. Essa costituisce il fondale naturale di via Vinciprova diventando un’area attrezzata da potersi godere pienamente da parte di tutte le fasce di età. Sarà oggetto alla piantumazione, oltre che della palma da dattero tipica di Salerno, di essenze di alto fusto legate all’ambiente ripario: pioppi neri (Populs nigra) della varietà italica dal portamento cipressino, pioppi bianchi (Populus alba) dal tronco sericeo e dal fogliame splendido, salici (Salix sp.). Sarà dotata di giochi per bambini e di un campetto polifunzionale.
La passerella pedonale è costituita da un impalcato metallico con pavimentazione in doghe di legno trasversali a doppia maschiettatura, sorretto da tiranti in acciaio ancorati a un pilone inclinato su due assi. Tale opera è pensata per assumere il significato di una scultura funzionale, di un segno riconoscibile nel territorio non solo di giorno ma, grazie ad una ottimale illuminazione, anche di notte. Il nuovo percorso è funzionale a collegare l’area di via Vinciprova con la sponda ovest del Lungo Irno, quindi con la fermata della metropolitana, con la stazione ferroviaria e la cittadella giudiziaria.
Anche il trattamento di quest’area vuol far emergere il fatto che il progetto presentato è particolarmente sensibile alle sistemazioni esterne, ad una corretta illuminazione degli spazi urbani e all’inserimento in essi di opere artistiche. A riguardo si prevedono opere artistiche scultoree e di decoro urbano, da ubicarsi sia nel Parco dei Pini sia nella piazza retrostante l’edificio polifunzionale, in modo da rendere la trasformazione urbana una realtà a 360°, che si realizza per mezzo di azioni non solo a carattere funzionale e/o di ristrutturazione urbanistica ma anche di cura dei particolare e dei materiali utilizzati.
Aspetti energetici e di sostenibilità ambientale
Grande rilievo assumono gli aspetti energetici e della sostenibilità delle nuove opere nell’ambiente. Ciò in quanto la rapida evoluzione delle tecniche e dei materiali costruttivi impone un’attenzione sempre maggiore ai problemi della biosfera non consentendo che in una proposta progettuale ci si possa esimere dal tenere nella massima considerazione aspetti quali la sostenibilità e il risparmio energetico. Tale attenzione - in grado di coniugare i benefici del singolo con quelli della collettività e la spinta al progresso con il rispetto per l’ambiente - nel rendere gli edifici più etici produce al contempo un non trascurabile risparmio economico e una minore dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili. I benefici derivanti da una progettazione sostenibile, basata sull’utilizzo di materiali sani e su un uso socialmente ed ecologicamente sensibile del suolo e delle risorse, produce altresì un miglioramento del benessere e della qualità della vita dei fruitori dell’architettura e della città nella quale essa è inserita. Quanto sopra esposto va tenuto nella massima considerazione in particolar modo nella redazione di un progetto urbano ed edilizio dell’importanza di quello di un’area caratterizzata da un ricco patrimonio paesaggistico e culturale qual è il comprensorio di via Vinciprova a Salerno.
Nel progetto che si presenta vengono proposte soluzioni costruttive che minimizzino l’inquinamento dell’aria, delle acque, del terreno, e la produzione di rifiuti non riciclabili. La proposta si inserisce in quest’ottica attraverso la scelta accurata di accorgimenti tecnologici che contribuiscono a trasformare le nuove quantità edilizie in ambienti “vivi”, che si adattano in maniera ottimale alle possibili condizioni esterne di temperatura, luce, vento, precipitazioni atmosferiche e irraggiamento solare, similmente a quanto si manifesta negli organismi vegetali. Un elemento fondamentale in questo senso è rappresentato dall’involucro esterno, non più assimilabile a una struttura inerte e passiva bensì a una vera e propria “pelle” in grado di isolare e proteggere il microclima interno dagli agenti esterni non desiderati, pur risultando permeabile ai flussi graditi, quali ad esempio l’aria pulita di rinnovo o quella parte dell’irraggiamento solare che può contribuire al riscaldamento invernale o alla produzione di energia utile.
Allo stesso modo di un organismo umano (la cui pelle ad esempio ha un ruolo attivo nella termoregolazione del corpo attraverso i processi di sudorazione, vasodilatazione e vasocostrizione, riuscendo a mantenere al suo interno una temperatura stabile di 37°C circa), l’involucro dell’edificio polifunzionale proposto è stato progettato per contribuire attivamente a stabilire una temperatura di benessere. In particolare, l’isolamento termico fra l’interno e l’esterno degli ambienti è garantito attraverso l’utilizzo di materiali innovativi, con una particolare attenzione per le finestre. A riguardo si prevede l’utilizzo di doppi vetri separati da gas inerte, con l’applicazione di pellicole a controllo solare su quelli maggiormente esposti all’irraggiamento, il tutto montato su infissi a bassa trasmittanza. L’isolamento dell’involucro esterno richiede la massima riduzione dei ponti termici dovuti alle discontinuità geometriche o a quelle dei materiali. I flussi di vapore sono stati presi nella massima considerazione al fine di evitare fenomeni di condensa interna che possano deteriorare nel tempo i materiali isolanti.
Il ricambio dell’aria è garantito - funzione per funzione nel rispetto delle normative vigenti -attraverso sistemi di ventilazione dotati di scambiatori di calore in prossimità degli impianti di estrazione e immissione, per assicurare il recupero parziale dell’entalpia contenuta nell’aria da espellere. Inoltre, in posizione frontale rispetto alle esposizioni sud-ovest della facciata dell’edificio polifunzionale è prevista la messa a dimora di alberi caducifogli al fine di controllare l’irraggiamento solare. In questo modo l’aria locale risulta raffrescata in estate dai processi di evapotraspirazione delle foglie; queste ultime rappresentano inoltre un efficiente schermo per l’irraggiamento solare. In inverno, invece, l’assenza di foglie permette all’energia raggiante del sole di contribuire al riscaldamento dell’edificio.
Per contribuire a ridurre i consumi di energia non rinnovabile, su parte delle coperture dell’edificio polifunzionale e dell’autorimessa adiacente alla ferrovia è previsto il posizionamento di moduli fotovoltaici che, grazie ai recenti incentivi statali del “Conto Energia”, garantiscono un significativo ritorno economico. Un ulteriore vantaggio dell’impianto fotovoltaico in generale e di quello qui proposto in particolare è rappresentato dalla possibilità di ridurre la domanda di potenza dell’utenza elettrica per il funzionamento dei nuovi edifici, in quanto le ore di maggior contributo solare - le ore calde delle giornate estive - coincidono con quelle in cui i carichi elettrici sono più elevati. I moduli fotovoltaici previsti sulla copertura della biblioteca saranno muniti di un sistema a inseguimento solare con movimento su un asse. In tal modo la loro inclinazione di “tilt” è ottimale sia quando il sole è alto sia quando è basso nel cielo. Allo stesso tempo tali pannelli andranno a schermare dai raggi del sole i lucernari a sezione triangolare, anch’essi posizionati sulla copertura, e ciò in modo variabile e coerente con le esigenze di illuminazione interna.

Quanto sopra assicurando agli spazi interni un livello di luminosità adatto alla lettura poiché privo di abbagliamenti e limitando al contempo il contributo termico indesiderato dovuto all’irraggiamento estivo. In sintesi, nelle ore in cui il sole è basso l’inclinazione dei pannelli aumenterà per porsi in posizione ad essi perpendicolare affinché le celle fotovoltaiche possano produrre una maggior quantità di energia e i lucernari risulteranno meno protetti dalla luminosità esterna, lasciando penetrare una più elevata quantità di luce negli spazi interni. Tale sistema ha un funzionamento simile a quello dell’iride dell’occhio, che controlla l’ingresso della luce nella pupilla in funzione dell’intensità luminosa.
Gli impianti luminosi interni ed esterni all’edificio sono pensati ad alta efficienza energetica, attivati da opportuni sistemi di fotocellule e timer per ridurre gli sprechi, così come gli impianti per il riscaldamento, il condizionamento e la produzione di acqua calda sanitaria fanno uso di sistemi ad alta efficienza. In particolare si prevede il recupero del calore di condensa dei fumi di scarico della caldaia e l’utilizzo di un impianto frigorifero ad assorbimento. Infine, durante le fasi definitiva ed esecutiva del progetto qui presentato è opportuno studiare la fattibilità di un impianto di cogenerazione dotato di microturbina o di un motore a combustione interna.
Studio di prefattibilità ambientale e tecnico
L'ambito territoriale di applicazione della disciplina è quello del bacino idrografico Destra Sele, così come individuato dalla legge della Regione Campania 7 febbraio 1994, n.8 e riperimetrato in attuazione degli artt. 1 e 3 del D.P.R. 13 aprile 2000 recante "Delimitazione del bacino idrografico del fiume Sele" (in G.U., s.g., n.161 del 12.7.2000). Sotto il profilo procedurale, il piano stralcio è adottato dal Comitato istituzionale dell'Autorità di Bacino, tenuto conto del parere della Conferenza programmatica indetta dalla Regione Campania, cui partecipano le Province, i Comuni interessati, l'Autorità di Bacino.
La legge n°183/89, sul riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, individua nel bacino idrografico il nuovo ambito fisico di riferimento per gli interventi di assetto del territorio e di gestione delle risorse naturali.
Il territorio di Salerno, come detto, è soggetto alla tutela da parte dell’Autorità di Bacino Regionale destra Sele mediante il "Piano Stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico", più comunemente denominato "Piano di assetto idrogeologico" (PAI), che rappresenta l'evoluzione conoscitiva, normativa e tecnico operativa del "Piano Straordinario per l'emergenza idrogeologica", con il quale sono state pianificate e programmate le azioni, le norme d'uso del suolo e gli interventi riguardanti l'assetto idrogeologico del territorio.
Nel PAI è stata fatta propria la classificazione delle aree di cui al D.P.C.M. del 29/9/98, distinguendosi tra aree a rischio frane e aree a rischio alluvioni e all'interno delle stesse sono individuate quattro classi di rischio a gravosità decrescente:
• molto elevato R4, con possibile perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale e distruzione delle attività socio-economiche;
• elevato R3, con possibili problemi per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture con conseguente loro inagibilita', interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;
• medio R2, con danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, senza pregiudizio per l'incolumità delle persone, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;
• moderato R1, con danni sociali economici e ambientali marginali.
Nella individuazione delle aree pericolose, il Piano Stralcio in questione ha individuato le aree pericolose classificandole secondo la tipologia in “aree di pericolosità idraulica” e “aree di pericolo da dissesto di versante”. Una piccola parte del lotto in cui ricadono gli interventi di progetto, come si evince dalla figure sottostanti, ricade nelle “aree di pericolosità idraulica, classificate come alveo di piena ordinaria e fascia fluviale di categoria A (fascia azzurra)”, in cui sono consentiti interventi di manutenzione, regimazione, difesa e sistemazione idraulica, così come attraversamenti stradali e ferroviari, nonché attraversamenti di infrastrutture a rete, nel rispetto delle condizioni appositamente previste dagli allegati alla normativa di piano.
In perfetta armonia con tale disposizione, nella proposta progettuale a ridosso del fiume Irno oltre alla sistemazione a verde attrezzato dell’area è stato previsto solo il ponte pedonale strallato che dal comparto di via Vinciprova porta alla stazione ferroviara ed alla fermata della metropolitana, ovvero opere e sistemazioni tali da non incrementare mai il livello di rischio nella situazione attuale del territorio.
 
 

La realizzazione del nuovo attraversamento pedonale è anche compatibile con la zona a rischio R4 (fascia rossa della figura sopra riportata) in cui è concessa la “…realizzazione di nuove infrastrutture parimenti essenziali, purché non concorrano ad incrementare il carico insediativo e non precludano la possibilità di attenuare o eliminare le cause che determinano le condizioni di rischio...”
La proposta progettuale presentata pur ricadendo in parte nell’area da sottoporre a misura di salvaguardia (fascia campita a quadrati rosa nella figura sotto riportata) è stata concepita nel rispetto delle “disposizioni generali per le aree a rischio idraulico e per gli interventi ammissibili”. In particolare, gli interventi sono tali da non incrementare mai il livello di rischio nella situazione attuale del territorio; non peggiorano le condizioni di funzionalità idraulica; garantiscono condizioni adeguate di sicurezza durante la permanenza del cantiere, in modo che i lavori si svolgano senza creare, neppure temporaneamente, un ostacolo significativo al regolare deflusso delle acque, un significativo aumento del livello di rischio o del grado di esposizione al rischio esistente; impiegano modalità esecutive (tra le quali componenti prefabbricati realizzati in stabilimento) tali da limitare l'impermeabilizzazione superficiale del suolo, controllando la ritenzione temporanea delle acque attraverso adeguate reti di regimazione e di drenaggio; le costruzioni in sotterraneo previste per i parcheggi saranno perfettamente impermeabili fino all'altezza prevista per la piena di riferimento e comunque sono state progettate con gli ingressi posti al di sopra della piena stessa.

Per quanto riguarda, invece il rischio da frana, l’area oggetto di concorso è caratterizzata da rischio da “Pericolosità moderata P1” e da “Rischio moderato R1” come si evince dalle figure sottostanti. In tali aree sono consentiti cambiamenti di destinazione d'uso, interventi di nuova costruzione, di ristrutturazione urbanistica e la realizzazione di nuovi impianti, nonché opere ed infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico previsti dagli strumenti urbanistici e dai piani di settore vigenti.
La proposta progettuale, prevedendo una ristrutturazione urbanistica dell’area di via Vinciprova, è quindi sostanzialmente in linea con quanto prescritto dall’Autorità di bacino Regionale destra Sele circa il rischio da frane.

Il progetto prevede, per la realizzazione dei due parcheggi sotterranei, uno scavo di circa 36000 mc per il parcheggio di via Vinciprova e di circa 18500 per quello di via Conforti e quindi un totale di circa 54500 mc di terreno scavato. Con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale, buona parte di tali quantità (terreno di scortico e scavo superficiale) sarà riutilizzata ai fini dell’inerbimento per ricreare lo strato superficiale della copertura del parcheggio secondo l’andamento segmentato previsto e per la sistemazione del verde attrezzato fra via Lungo Irno  ed il fiume.
Il progetto registra una serie d’interventi atti a mitigare gli effetti negativi dovuti alla costruzione degli stessi; uno su tutti è la realizzazione del parcheggio su via Vinciprova concepito in modo tale che da un lato aiuti a superare l’impatto visivo della barriera rappresentata dal rilevato ferroviario e dall’altro restituisca la zona verde mancante nel quartiere.
La componente vegetale attualmente presente su via Lungoirno è quella che subisce il minor impatto per il fatto che non si prevedono demolizioni delle attuali sedi stradali e dei relativi marciapiedi su cui essa dimora, venendo mantenute integralmente le opere in corso di realizzazione e le scelte principali già previste. Viceversa, l’idea progettuale proposta non solo completa ma con la copertura-giardino del parcheggio di via Vinciprova viene restituita con maggior vigore l’attenzione per la natura e per gli aspetti ambientali e paesaggistici.
Vista la natura delle opere, la realizzazione della presente proposta progettuale non darà luogo alla produzione di alcun tipo d’elemento inquinante che possa causare danni all’ambiente circostante; inoltre si escludono rischi di incidenti causati da eventuali esplosioni, incendi o rotture che comportino rilasci nell’ambiente di sostanze tossiche, sversamenti accidentali o sostanze pericolose.
Come si può riscontrare dai dati di cui sopra, l’impatto del progetto sul patrimonio naturale è estremamente contenuto.
Sull’area non sussistono beni ambientali vincolati ai sensi dell’art. 139 del D.Leg.vo 29/10/1999 n.490.
In ultimo si richiamano le problematiche riguardanti l’atmosfera ed il rumore, che in entrambi i casi sono limitate al periodo di realizzazione dei lavori (diffusione di polveri e disturbi di cantiere). Nel primo caso vengono definiti gli accorgimenti da adottare nei periodi di siccità a fronte di sfavorevoli condizioni di vento, nel secondo caso gli inevitabili disturbi da rumorosità vanno contenuti, in termini di intensità e durata, entro i limiti acustici che la normativa vigente impone riguardo alla gestione dei cantieri.