Martin Luther King Jr. Memorial, Washington D.C., USA

2000

Ruggero Lenci (capogruppo/team leader)
Nilda Valentin, Stefano Catalano

Concorso Internazionale










Il sito del Memorial di Martin Luther King Jr. da realzzarsi a Washington D.C. entro il 2004, è particolarmente suggestivo. Collocato sull’asse che collega visivamente il Lincoln Memorial al Jefferson Memorial, è bagnato dal “Tidal Basin”, il bacino idrico che si frappone ai due monumenti. Dall’altro lato del Mall dell’Enfant, venti anni or sono l’architetto Maya Ying Lin, ancora studentessa, aveva vinto il concorso per il Vietnam Memorial con un segno essenziale e simbolico a forma di una “V” molto aperta che incide in profondità il terreno per mezzo di un muro rivestito in lastre di granito nero. Nell’affrontare il progetto per il MLK Memorial che qui si presenta, si è voluta ricercare una simile essenzialità architettonica attraverso un segno che doveva essere in grado di esprimere una forte sintonia tra “materialità e spiritualità”, al fine di commemorare l’Uomo, il Movimento, il Messaggio. È stata pertanto elaborata un’articolazione dei volumi composti in senso caleidoscopico, per generare un’architettura che, pur mantenendo una forte idea di unitarietà, fosse in grado di dare risposta a molteplici domande così da rappresentare la visione del “sogno” di MLK. Il progetto assume il carattere di una costellazione di eventi che indagano il luogo, i suoi pregi e i suoi vincoli: la forma triangolare, la posizione rispetto al Mall, l’asse visivo tra il Lincoln e il Jefferson Memorial, la presenza dell’acqua del bacino Tidal, le alberature esistenti. Pertanto, le regole compositive hanno inteso generare un ritmo spaziale in affinità con la geometria del sito, seguendo l’idea di rotazione come risposta alle assialità principali, e di autosimilarità come scavo architettonico nella materia. Tutto ciò evitando di costituire ostacolo visivo tra i due monumenti esistenti, ma instaurando con essi un dialogo spaziale ricco di rimandi. L’elemento primario del progetto consiste in un “monolito” triangolare prismatico penetrante nel terreno, e scavato così da creare una serie di passaggi, come in un “cretto”, e di spazi interni, come in una grotta. Percorrendo tali passaggi si incontra l’acqua, la fonte, la statua di MLK, i suoi scritti epigrafati sul marmo, venendo quindi stimolati a meditare e a contemplare l’Uomo, il Movimento, il Messaggio. Un piccolo volume tetraedrico collocato all’interno del cretto è stato ideato come un secondo e ben protetto monolito. Esso rappresenta la fonte battesimale ed è da lì che ha origine tutta l’acqua presente nel Memorial. L’acqua, infatti, lo circonda interamente così da richiedere l’attraversamento di piccoli ponti pedonali per poter accedere al suo interno. Tale acqua vuole rappresentare il momento della purificazione, il ritorno ad una simbolica cerimonia battesimale, parte essenziale della fede Battista di MLK. Il grande monolito vuole esprimere differenti significati: il senso di movimento verso il lontano orizzonte; la punta di un iceberg di cui emerge solo una parte; la prua di una nave che attraversa l’oceano per portare nuove popolazioni in America; una montagna dove recarsi per meditare; una rampa protesa verso il cielo in perenne dialogo con le stelle. Inoltre vuole essere un pilastro della democrazia americana che emerge dal sottosuolo come “faro” della dignità umana. Il MLK Memorial vuole parlare anche di un uomo tra gli uomini ed è per questo che si è fatto uso del concetto di autosimilarità, usando un volume triangolare che contiene al suo interno un altro volume simile ridotto di scala e costituito dal piccolo tetraedro. In tal modo i vari elementi risultano essere contenuti gli uni negli altri, ben protetti ma, al tempo stesso, ben accessibili da più direzioni. Ciò in quanto in MLK la relazione tra il Movimento e l’Uomo è di totale unità: l’Uomo è parte del Movimento, è uno dei suoi figli più amati, uno che teneva così tanto alle sorti delle sue genti da “agire” positivamente, al fine di trasformare “un sogno in realtà”. All’interno del piccolo volume tetraedrico ha luogo la fonte battesimale che fa uso di spruzzi e nebulizzazioni d’acqua così da creare un effetto di cascata e di sorgente. La statua di MLK, contenuta nella “grotta” scavata nel volume maggiore, è resa visibile anche dall’interno di questa “fonte” simbolica, per mezzo di un foro praticato sulla parete ovest del piccolo volume. Il monumento è dotato di vari accessi, di soglie, di una circolazione che genera un senso di movimento al suo interno. Gli spazi vanno da quelli più intimi a quelli congregativi in modo da arricchire sia le attività di meditazione che quelle di celebrazione. In sintesi, il progetto vuole esprimere la vita e il messaggio di MLK, e per questo motivo si è fatto uso di forme e di materiali durevoli e si è posto il monumento in sintonia con la natura, con la terra, con la luce e con gli astri. E ciò nel seguente modo: dialogando con la crosta terrestre rompendola e uscendo dal sottosuolo (questo vuole significare rompere le barriere dell’oppressione, mostrare la propria fierezza e il proprio positivo coraggio, venendo fuori dall’oscurità, rivelando le proprie radici che parlano di una dignità non ancora interamente rivelata perché mostrata solo in piccola parte); introducendo nel progetto le qualità purificatrici dell’acqua, che trasformano tutto il Memorial in una fonte battesimale; attraverso il riferimento simbolico alla purezza delle montagne e dei picchi ventosi; usando forme semplici che sotto il sole ritagliano forti ombre, in sintonia con le qualità cristalline degli ideali di MLK; facendo uso di una forma volumetrica che deriva da quella piramidale, utilizzata nella storia per realizzare opere durature nel tempo e per dialogare con il cielo. Il riferimento, di carattere filosofico-culturale, più che architettonico, è costituito dalla Chiesa di St. George Labilela in Abissinia. Come in quella Chiesa, anche in questo progetto è presente un processo di sottrazione di materia da una pietra originaria, come avviene nella scultura, al fine di portare alla luce una forma che è sempre stata lì, all’interno del volume nel quale è rimasta incastonata. In questo modo il Monumento vuole esprimere l’importanza di guardare con perseveranza a un ideale, di agire positivamente e con forza per portare alla luce i grandi valori dell’umanità. I materiali impiegati sono: il cemento armato per le strutture; il marmo bianco per il rivestimento del grande vomume triangolare; il granito nero per quello del piccolo tetraedro. Tutte le pavimentazioni sono state pensate in granito nero. Tutti i materiali non sono lucidati bensì presentano una finitura opaca bocciardata. Ciò al fine di conferire al monumento una connotzione di forza derivante dall’aspetto roccioso delle parti di cui si compone.

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