Nuovi Uffici del Ministero della Difesa, Roma
1997Marco Petreschi (capogruppo/team leader)
Giulia Amadei, Stefano Catalano, Ruggero Lenci, Maurizio Pascucci, Ugo Pulcini, Nilda ValentinConcorso Nazionale - Secondo premio
La scelta della forma del nuovo edificio previsto all'interno della corte delineata dai fabbricati prospicienti il viale Pretoriano e via Marsala, è stata condizionata dagli elementi tipologici e distributivi che configurano le preesistenze. Tipologici in quanto riproducenti in qualità di nucleo la morfologia dell'impianto urbanistico dell'inizio secolo e in quanto proierzione attuale dei solidi regolari più o meno simmetrici e privi di ornamenti che rappresentano l'architettura peculiare del quartiere romano. Distributivi in quanto, mentre negli edifici esistenti la forma tende ad assumere valore di costante strutturale, al di là della funzione specifica in essa contenuta, in questo progetto, alla forma corrisponde ad ogni sua parte una precisa funzione. In tal senso sono denunciati all'esterno i collegamenti verticali, i principali accessi, le zone di smistamento e quelle per gli uffici. Il complesso si articola in tre corpi di fabbrica tra loro indipendenti, anche come possibilità di realizzazione per fasi, e caratterizzati da una forma triangolare culminante in un forte angolo acuto di poco inferiore ai 30°. I suddetti corpi si svolgono intorno all'unico edificio interno preesistente che viene mantenuto, e a questo si collegano lungo i due lati corti attraverso una zona filtro di stacco, che permette anche l'eventuale allineamento dei piani orizzontali. Il ritmo volumetrico si articola su due sistemi: uno basamentale che segue direttrici angolate e indipendenti da quelle imposte dalla maglia urbana, prevalentemente chiuso, realizzato in cortina a mattoni con bucature quadrate che forano la superficie; l'altro superiore che segue le direttrici urbane, marcato da finestre a nastro continue, realizzato per le parti chiuse in travertino romano. Alla base di questa concezione c'è l'idea delle stratificazioni della città storica, di cui il progetto vuole costituire la metafora: il corpo basamentale, ovvero un frammento di mura aureliane, diventa fondazione del nuovo che su di esso si erge facendo uso di un'astrazione figurativa contemporanea già appartenente a quegli stessi luoghi, segnatamente il fronte della stazione Termini. La parte basamentale è generalmente alta due piani, ma spesso intacca il volume bianco posto superiormente lì dove sono collocati i corpi scala angolati e i punti di confluenza tra i diversi volumi nuovi ed esistenti. Questa scelta deriva dalla volontà di mettere in sintonia gli elementi linguistici più significativi della città di Roma in generale, e del sito in particolare. Come prescindere dall'uso del mattone, di cui sono formate le mura romane e, con esse, il Castro Pretorio, oppure da quello del travertino, così importante per tutta la romanità e ampiamente usato nel vicino hub ferroviario? Se il sistema basamentale vuole porsi in continuità con la roma storica, il sistema superiore del travertino e delle finestre a nastro ricercano un dialogo con la Roma moderna. Il nuovo volume di progetto si articola su cinque piani fuori terra e due interrati. La cubatura fuori terra è stata contenuta all'interno del rapporto di indice di fabbricabilità di 5 mc./mq., quantità massima proponibile in un'area di questo pregio. Tale indice è stato calcolato sulla base di un'area massima di 13.776 mq. desunta dalla mezzeria delle distanze tra il nuovo edificio e le preesistenze. Pertanto la cubatura realizzabile fuori terra è di 68.880 mc., di molto inferiore a quella massima di 80.000 mc. indicata nel bando di concorso. L'altezza dei nuovi volumi è di ml. 16,00 fuori terra, con un interpiano di ml. 3,10 su 5 livelli, oltre a un rialzo di ml. 0,30 al piano di ingresso e una camera d'aria di ml. 0,20 nel solaio di copertura. Pertanto la distanza minima tra i nuovi volumi e gli edifici circostanti il nucleo centrale è di ml. 16,00. Gli accessi pedonali principali sono due: uno collocato in posizione centrale rispetto al corpo di fabbrica che si sviluppa in lunghezza, l’altro ubicato alla confluenza tra i due corpi di fabbrica, in posizione frontistante l’accesso su viale Pretoriano. L'autorimessa è ubicata al secondo livello interrato ed è accessibile sia da viale Pretoriano che da via Marsala. Ha una capienza di 200 posti auto e 18 posti autobus ed è suddivisa in due compartimenti. Il piano-tipo degli uffici prevede un corridoio centrale che, in corrispondenza di quattro spazi attrezzati centrali, si sdoppia e serve gli uffici sui due lati. Questo corridoio è munito di controsoffitatura per il passaggio degli impianti. I tamponamenti interni fissi riguardano solo i collegamenti verticali e i servizi mentre i divisori tra gli uffici sono costituiti da pareti attrezzate mobili. Tale scelta permette di ottenere la massima flessibilità e trasformabilità degli spazi interni al fine di garantire le più svariate configurazioni degli uffici. L'archivio è collocato al primo piano interrato. È raggiungibile da mezzi di trasporto tramite le rampre che danno accesso all'autorimessa sottostante, ed è in comunicazione con i piani superiori tramite tutti i gruppi scala-ascensore. L'intero complesso si articola in cinque corpi di fabbrica tra loro strutturalmente indipendenti. La struttura è in cemento armato con un passo di ml. 7,20. Per il riscaldamento e raffrescamento dell'aria sono previsti i fan coil collocati in un mobiletto continuo lungo la finestra a nastro.