1993
Ruggero Lenci, Paolo Quagliani, Massimo Schiavi
con
Ugo Abbate, Nilda Valentin
Il Polo Tecnologico di Ferentino, completato nella metà degli anni ‘90, consiste nella ristrutturazione e nel riuso dei 4000 mq. della fabbrica ex “Silver Sud” edificata negli anni ‘60 sulla via Casilina, a sede del "Centro Servizi Quintel" e dell’ "Incubatore" per piccole e medie imprese del BIC Lazio. Il programma operativo "FESR obiettivo 2" per le aree a declino industriale nella provincia di Frosinone ha finanziato la costruzione del Centro Servizi Quintel (qualità, informatica, telematica), mentre la Regione Lazio quello dell’incubatore d’imprese BIC. Il fabbricato industriale esistente ruota tutto attorno a un corpo centrale a forma rettangolare (50x20 metri) coperto a volta ribassata con un'altezza massima di 9 metri. Questo volume è circondato da volumetrie articolate più basse e coperte a terrazza, posizionate ai due estremi. In uno di questi due corpi, che ha forma planimetrica ad “L”, è stato realizzato l’ "Incubatore" per piccole e medie imprese del BIC Lazio. Nell’altro, e in tutto lo spazio centrale, il Centro Servizi Quintel. I lavori spazialmente e strutturalmente più consistenti hanno interessato soprattutto quest'ultima parte, e specificatamente l'interno dello spazio voltato dove, grazie a un'altezza di 5,40 ml. all'intradosso dei tiranti delle capriate di copertura, su sei delle otto campate è stato realizzato un soppalco in cemento armato con ampie forature che lasciano a doppia altezza la “navata” centrale e gli ingressi. Il perseguimento dell’obiettivo architettonico di lasciare in vista la massima parte della pregevole volta a tavelloni e delle preesistenti capriate in ferro e cementizie, ha prodotto la forma dei nuovi volumi inseriti all'interno dello spazio che presentano un’inclinazione parallela al puntone della capriata. La ricerca di una comprensione dei caratteri preesistenti al recupero del manufatto e la connotazione di galleria di attività imprenditoriali, ha trovato una sintesi nella scelta dei materiali: duri alla base con colonne e travi in cemento bocciardato e con il mattone a faccia vista per le pareti degli uffici; trasparenti e leggeri al piano superiore, con le pareti dei moduli ufficio in vetro e con gli esili parapetti sulla doppia altezza in ferro. I corpi illuminanti scelti per il ballatoio accentuano il carattere di galleria aperta, ovvero di “hub” per lo scambio delle idee e delle attività di ricerca. Nelle rimanenti due campate dello spazio voltato, onde poter essere accessibile sia dal BIC Lazio che da Quintel, è stata realizzata una sala convegni per 160 posti con le pareti anch'esse in mattoni. Queste presentano un andamento segmentato che nasce dalla necessità sia di passare con il laterizio davanti ai pilastri esistenti, che di rompere l'onda acustica. Nel retro della sala è stato inserito un volume dissonante, reminescente della “cardboard architecture”, adibito a proiezioni e traduzioni simultanee. Se la galleria per uffici è adibita a centro informatico e telematico, il corpo ad "L" collocato ad ovest ospita i laboratori per il controllo della qualità dei materiali. Tra questi vi sono i laboratori metrologico, chimico, fisico, meccanico, per le prove ambientali, tecnologiche, per i controlli non distruttivi, nonché le sale microscopi. L'adiacente incubatore del BIC Lazio è costituito da dieci spazi a disposizione per piccole e medie imprese, nonché dai servizi comuni. Nel Polo Tecnologico di Ferentino, che si configura come una cittadella della cultura imprenditoriale e della qualità dei materiali, una voluta assenza di linguaggi tecnologici tenta di rilanciare quella cultura del territorio a cui è affidato il compito di resistere all’indiscreta tentazione di produrre soluzioni a grande impatto ambientale.
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