Europan I, Bologna


1989
 

Ruggero Lenci, Nilda Valentin

Concorso Internazionale - Progetto Premiato







Il dibattito architettonico sul tema dell'alloggio ha recentemente preso atto sia della trasformazione in corso nella famiglia che dell'avvenuta soddisfazione di una consistente parte della domanda di abitazioni. Tuttavia la variabilità della domanda è tale da giustificare un'analisi specifica, da operarsi di volta in volta per ogni intervento. Come sappiamo gli aspetti che concorrono a determinare questo cambiamento sono quelli dell'indipendenza giovanile, della mobilità dovuta a ragioni di studio e di lavoro, della realizzazione dell'autosufficienza nel periodo della terza età. Questo mutamento dei bisogni abitativi è legato alla trasformazione del nucleo familiare il quale si costituisce, si amplia, si riduce e si estingue. La ricerca di un alloggio minimo innovativo ha caratterizzato la storia dell'architettura contemporanea ruotando intorno al tema dell'existence minimum. Negli anni '70 questo tema si è trasformato in quello più ampio dell'abitazione integrata, nella quale sono presenti sia alloggi che servizi collettivi. La condivisibile tendenza, che caratterizza anche la presente proposta, è quella di progettare case basse a densità medio-alta piuttosto che case alte. Questo fondamentalmente per ragioni riconducibili a due aspetti che si manifestano in modo particolare nell'edilizia economica e popolare: il manteni-mento degli edifici e degli impianti (spazi comuni, ascensori ecc.) reso particolarmente complesso nelle case alte; il senso di appropriazione e cura dello spazio esterno all'edificio che in genere trova in quest'ultima tipologia un elemento di ostacolo. Uno dei progetti più rivoluzionari nella storia dell'alloggio è sicuramente costituito dalla Unité d’Habitation di Le Corbusier. Progetto amatissimo e criticatissimo al tempo stesso, l'Unité ha risolto in modo efficiente e nuovo il problema della distribuzione agli alloggi attraverso l'utilizzo delle famose strade interne. Altri architetti, tra i quali J. H. van den Broek e J. B. Bakema, hanno percorso strade simili, realizzando fabbricati abitativi improntati sul medesimo filone di ricerca. Ciò che però fino ad oggi è mancata è la realizzazione di una casa bassa che faccia uso di una proporzionata e illuminata strada interna. Si ritiene, infatti, che l'idea di Le Corbusier sia ottima e che ad essa non sia corrisposta un'adeguata serie di ricerche e sviluppi, ovvero di nuove interpretazioni progettuali. Il progetto Europan 1 vuole costituire una di queste casistiche nel tentativo di dimostrare che le presenti difficoltà nel riconsiderare l'Unité una tipologia idonea a risolvere i problemi abitativi odierni, non consistano nell'avversità verso la strada interna, quanto nella difficoltà di realizzare l'illuminazione naturale della stessa e nel dotare l'intervento di dimensioni meno massificanti. L'area prescelta, denominata "ex Accademia dell'Agricoltura", è ubicata nel Comune di Bologna, quartiere Santo Stefano località Chiesa Nuova. Dista dal centro città 2.700 metri in linea d'aria, è inserita in una zona di completamento e di espansione che presenta tessuti già consolidati con tipi edilizi spesso abbastanza casuali, ed è adiacente alla via A. Murri che costituisce una delle arterie più antiche del sistema di comunicazione della città. All'area in oggetto spetta il difficile compito di operare la riqualificazione ambientale e urbanistica dei tessuti che si sono consolidati dal dopoguerra ad oggi, spesso troppo a ridosso delle propaggini collinari. All'interno dell'intera area di pertinenza, della dimensione di 25.000 mq., vi è una fascia di circa 4.000 mq. (30x135ml.) con destinazione d'uso abitativa. Questa fascia presenta un andamento altimetrico notevolmente variabile nel senso longitudinale, superando in 135 metri di lunghezza 10 metri di dislivello. Le richieste di adottare, per i circa quaranta alloggi richiesti, tipologie urbanistiche non massificanti, spazi interni adeguati, un rapporto corretto con l'esterno, un ambiente urbano riconoscibile e non anonimo, spazi esterni ordinati, sono coadiuvate dalla scelta, operata da parte del Comune, di utilizzare per la realizzazione delle stesse finanziamenti per l'edilizia agevolata e convenzionata ritenuti idonei per un'utenza con redditi stabilizzati medi e medio alti. L'organismo abitativo contiene quarantuno alloggi di nove tipi diversi. Nella configurazione proposta, che può variare grazie a un'impianto tipologico flessibile, esso contiene due alloggi con tre camere da letto da circa 88,00 mq., diciotto alloggi con due camere da letto da circa 73,00 mq. e diciannove alloggi con una camera da letto da circa 45,00 mq. Gli alloggi duplex sono diciannove mentre quelli simplex sono ventidue. Tutti gli alloggi, ad eccezione di tre (a quota +80,00) hanno accesso dalla strada interna a quota +86,00. Gli alloggi duplex hanno la porta d'ingresso che apre direttamente sulla strada interna mentre quelli simplex fanno uso, per entrare negli appartamenti, di una scala che, avendo giacitura sul corpo scala dei duplex, non occupa ulteriore spazio. Il livello inferiore degli alloggi duplex si compone di due passi strutturali di ml. 3,60 cadauno, è monoesposizionale e com-prende i vani del salone, pranzo, cucina, bagno, oltre alla loggia. Il livello superiore si compone di un solo passo strutturale di ml. 3,60, è biesposizionale e comprende i vani delle camere da letto e del bagno. La scala che ne mette in comunicazione i due livelli costituisce il perno della composizione collegando il livello basso, con dimensioni tendenti al quadrato al livello alto con dimensioni rettangolari. L'accoppiamento con il reciproco alloggio duplex completa l'aggregazione dei volumi. La scala degli alloggi duplex porta sulla copertura rendendola agibile agli appartamenti. Gli alloggi simplex, costituiti da una camera da letto, si trovano al di sopra e al di sotto della strada interna e sono muniti di angolo cottura. Essi sono sia monoesposizionali che biespisizionali. Questa elevata variabilità tipologica deriva da ciò che si ritiene essere l'elemento indispensabile in un progetto abitativo innovativo oggi: l'integrazione sociale. Al fine di non creare tanti piccoli ghetti si ritiene che sia socialmente necessario infatti disseminare sul territorio, piccoli alloggi che soddisfino le esigenze sopra descritte. Gli altri alloggi dell'organismo abitativo sono tre simplex da due camere da letto che si trovano al livello più basso a quota +80,00. Due di questi hanno accesso direttamente dall'esterno, mentre il rimanente è destinato alla famiglia del portiere ed ha accesso dall'interno. L'organismo abitativo si compone di 22 maglie di ml. 3,60 cadauna, destinate agli alloggi, e di una maglia di ml. 2,60, per il corpo scala-ascensore. La lunghezza totale dell'edificio è di ml. 82,30 mentre la larghezza totale è di ml. 14,00. La sua sezione trasversale si compone di una maglia centrale invariante e di due maglie laterali variabili. La maglia invariante, di ml. 5,40 si compone di tre sottomoduli di ml. 1,80 cadauno. Se questi sottomoduli costituiscono la “colonna vertebrale” dell'organismo abitativo, le maglie variabili possono conformarsi alle esigenze di spazio di volta in volta riscontrabili nelle singole cellule. La strada interna occupa il posto del sottomodulo centrale a quota +86,00, i bagni e le scale occupano, allo stesso livello, il posto dei sottomoduli adiacenti. Ai livelli superiore +89.00 e inferiore +83.00, sono invece i bagni ad occupare il posto del sottomodulo centrale. Questo castello di cellule, che in fase realizzativa può utilizzare anche il prefabbricato tridimensionale, realizza la continuità di un cavedio tra tutti i vani bagno. Data l’orografia del terreno in forte pendenza, l'accesso alla strada interna avviene sia direttamente in piano, a livello +86,00, che tramite il corpo scala-ascensore al quale si accede da quota +80,00. Quest'ultimo, non servendo né il livello a quota +83,00 né quello a quota +89,00, permette la creazione di due doppie altezze sulle quali si affacciano sia la scala che l'ascensore. La strada interna è una ed è illuminata con luce naturale che proviene, oltreché dalle aperture sulle testate, anche e specialmente da tre aperture di ml. 7,20 che su di essa si dispongono ad intervalli regolari ogni ml. 14,40. Su questi intervalli si conformano gli spazi collettivi e l'ingresso a livello.

Pagina Iniziale